La storia

Il nome Sasso deriva da un grosso masso di arenaria su cui sorgeva un'antica abbazia toscana nell'ottavo secolo d.C. denominata "Badia di Sasso".

Dopo la caduta dell’impero romano d’Occidente, l’Italia venne invasa da numerosi popoli che venivano dal nord e che venivano chiamati “barbari”.
Queste orde barbariche, nella loro discesa verso sud e verso Roma, utilizzavano le vie più facili per attraversare gli Appennini, quelle che scorrevano a fondo valle, vicino ai fiumi, dove era semplice trovare luoghi ove sostare e far bere le bestie al seguito, senza dover affrontare le difficoltà delle montagne.
Nella loro inesorabile avanzata essi razziavano ciò che incontravano sul loro cammino, case di contadini e villaggi.
Fu proprio in quel periodo, intorno al 500 d.C., che molti abitanti della zona iniziarono a spostarsi dal fondo valle alle montagne, scegliendo accuratamente i luoghi dove era più facile vivere, dove c’era terreno da coltivare (le cinque terrazze naturali  a est), acqua (le fonti), un luogo riparato dalle intemperie violente e dai venti più freddi (Badia di Sasso sorge in una conca naturale rivolta ad est e riparata dai venti più forti ).
Molte altre aree in questa zona iniziarono ad essere popolate proprio in quel periodo da allevatori e contadini. Successivamente, circa nell’800 d. C. le aree più fertili e accoglienti divennero sede di Abbazie e Monasteri (come ad esempio Camaldoli) d ivenendo piccole aree autosufficienti.

Nel corso dei secoli l’Abbazia di Sasso, che aveva sede nell’area più vecchia, fu di ordine cistercense, ellerina (S. Ellero) e camaldolese. Dall’800 d.C. ci sono tracce documentate delle varie fasi.
Badia di Sasso faceva parte del circuito di Abbazie dove i pellegrini sostavano per riposarsi e passare la notte durante i viaggi di peregrinazione verso le Abbazie del centro Italia, fin’ anche a Roma.

Attorno al XIII secolo, la parte oggi visitabile fu adibita a foresteria, dove vivevano i contadini, gli allevatori e gli artigiani del villaggio, mentre l’Abbazia fu costruit a nell’area antistante, dove ora sono presenti i vecchi essiccatoi delle castagne. Di quella  antica Abbazia, attiva fino agli anni ’40, non resta alcuna traccia, poiché negli anni ’60 i ruderi rimasti furono tritati per fare da base alla strada più recente, (quella percorribile in auto) . Il sentiero antico è quello che arriva dritto e ripido da Berleta, la piccola frazione che troviamo lungo la statale prima di svoltare nella strada bianca.

Il Borgo è stato abitato fino al 1962 e fino a metà degli anni ’50 lo spazio adibito oggi a ristorante era la vecchia e grande stalla per mucche e pecore; nelle altre stanze vivevano numerose famiglie, almeno una sessantina di persone, compreso un fabbro, un calzolaio, una sarta, oltre a contadini ed allevatori.
Fino al 1960 vi era anche la scuola elementare con una decina di bambini tutti riuniti in un’unica classe.
Per i successivi 30 anni è stato tutto abbandonato, molti tetti sono crollati.
Nel 1990 è iniziata la ristrutturazione tutelata dalla sovrintendenza alle Belle Arti.
Un vecchio abitante, uno degli ultimi ad abbandonare questo luogo ci ha raccontato che nei periodi invernali, quando la neve raggiungeva  i 2 metri di altezza, il Borgo rimaneva isolato anche per due mesi consecutivi.

Un altro abitante ci ha mostrato con commozione la stanza nella quale è venuto alla luce, oggi una delle camere riservate agli ospiti di Badia di Sasso.

© Badia di Sasso, Località Sasso - Berleta, Frazione di Corniolo, Santa Sofia (FC)
Tel. 0543980309 - Cell. 3206651147 - Fax: 0543976028 - E-mail: info@badiadisasso.it

Espande S.r.l. - P.Iva, Cod. Fisc. e n.ro iscr. Registro delle Imprese di Ravenna: 01336660392
Sede legale: via Naviglio, 14 - 48018 Faenza (RA) Capitale sociale: Euro 27.731,60 i.v.